...a piedi nudi nel parco

23 giugno 2006

A un matrimonio

“… prendi questo anello, come segno del mio amore e della mia fedeltà”.
Ecco … a questo punto, dopo essermi commossa sulle note di Mendelssohn, che accompagnavano l’ingresso della sposa, dopo aver ascoltato annoiata ma con devota attenzione tutta la lunga predica, dopo essermi alzata e seduta una dozzina di volte, così come impone la rigorosa funzione, senza fare alcun sarcastico commento alle pretenziose battute che evidentemente il prete reputava simpatiche, al momento del fatidico scambio delle fedi nuziali ha preso forma nella mia mente una stravagante associazione (o dissociazione) di idee: ho ripensato al potere dell’Anello, all’irresistibile tentazione che esercita su chi lo indossa o semplicemente lo possiede, annientandone la mente e il corpo e inducendolo a diventare un servitore di Sauron. Ho pensato a tutte le peripezie, ai nemici e al lungo viaggio che ha dovuto affrontare Frodo, con Sam, per gettare l’anello nell’Inestinguibile fuoco del Monte Fato e distruggere così le forze del Male …

… e rinsavita mi sono chiesta: “ma è proprio questo quello che penso del matrimonio?”.
Auguro ai novelli sposi di restare lontani dalla Contea e che il vecchio Gandalf sia sempre lì, pronto a salvarli in caso di pericolo.