...a piedi nudi nel parco

30 settembre 2007

Il materasso di Ikea

Che non sia un luogo prettamente per single è chiaro, vende mobili per l’arredamento non certo vibratori. Ma darlo per scontato è forse un po’ troppo crudele. E’ anche vero che ci vuole una buona dose di masochismo a gironzolare per l’Ikea quando la tua vita sentimentale non è proprio alle stelle. Ti ritroverai inevitabilmente tra donne che fanno a gara a chi ha il pancione più grande, marmocchi scorazzanti e coppiette con il metro di carta che prendono le misure della loro libreria Billy. E così va a finire che ti concentri sulla loro libreria, chiedendoti cosa metteranno accanto a Billy, se andrà nel soggiorno o nella loro camera da letto, se magari sceglieranno un altro colore, o se le ante le preferiscono a vetri o chiuse … e alla tua libreria non ci pensi più. E solo quando riesci magicamente ad uscire dallo loro felice storia di coppia, constati che ci sarà pure un motivo se a te Billy non è mai piaciuta.
Ma quando all’Ikea ci devi andare per forza, dietro subdolo ricatto di vederti raggomitolata dentro un sacco a pelo sopra un gelido pavimento, adotti la saggia tattica di farti accompagnare da tuo padre.
Arrivati alla sezione “camere da letto” (non a caso comunicante con il reparto “bimbi scorazzanti”) il gentile commesso ci inizia ad esporre tutte le sue conoscenze in merito alla scelta del materasso. Fortuna che c’è mio padre che incuriosito fa mille domande, ché in fin dei conti a me del materasso non è mai importato niente, riesco a dormire anche su una cassapanca. Insomma, scopro che ci sono un’infinità di tipologie: in lattice, in schiuma, a molle, con base in legno, sottili o alti anche fino a 30 cm, ognuno con le sue caratteristiche, vantaggi, svantaggi che si adattano o meno alle diverse persone: “dimmi su che materasso dormi e ti dirò chi sei”. Dopo tante perle di saggezze mio padre mi orienta verso il materasso “a molle insacchettate attive” e già il nome per me è una garanzia. Sembra però che ci siano tre classi di rigidità delle molle e che la rigidità ottimale si scelga in base al peso della persona che ci dorme sopra. Rapidi calcoli sui miei 54 chili portano mio padre a suggerire un “poco rigido”. Al che il commesso mi guarda con aria interrogativa: “e l’altra persona…?”, aspettandosi da me altezza, misure e peso dell’uomo sull’altra piazza del letto che avrebbe dovuto tarare il materasso. Che crudeltà! Quasi mi veniva da rispondergli che il materasso lo avrei preso ad una piazza sola, e dall’altro lato avrei lasciato un grande buco per poterci mettere tutti gli stivali che sicuramente non sarebbero entrati nella rastrelliera scarpe del loro armadio componibile.

Ma alla fine il materasso l’ho comprato a due piazze, tarandolo solo sulla base del mio peso.

Prima di andarcene mi sono buttata a pancia all’aria sul mio futuro compagno di sonni molleggiati. Mi sono rigirata in tutte le posizioni, aspettando che le molle disegnassero il calco del mio corpo, l’ho sollecitato più e più volte con il mio peso per testarne la durezza e l’elasticità, ho allargato le braccia constatando quanto fosse ampio per una persona sola … e mentre tanti pensieri rimbalzavano via, un ingente peso di sogni e speranze già aveva occupato l’altra piazza del letto.