...a piedi nudi nel parco

14 febbraio 2008

A quelli che non amo

... ma oltre all’unica persona che amo o amerò ci sono tutte quelle che "non amo" e "non amerò".
Ecco: ho pensato che oggi fosse un giorno come un altro per dire grazie proprio a loro. E per dimostrare quanto ci tengo, ringrazio con le parole di un premio Nobel.


RINGRAZIAMENTO

Devo molto
a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore non perdonerebbe mai.

Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.

È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

«Non devo loro nulla» -
direbbe l'amore
su questa questione aperta.
[Wislawa Szymborska]

18 Comments:

Anonymous Anonimo said...

La Szymborska è una poetessa fantstica. Questa poesia non la conosceva, ma sottoscrivo in pieno...

baci

ps pronta x i pink floyd????

10:14 AM

 
Blogger Beatrice said...

il ringraziamento a te, simona_dell_auditorium (alias simona_delle_elementari) è triplicato!!! ... se non ci fossi tu che "paziente quasi come una meridiana" passi sempre di qua e lasci un commento, dovrei chiudere baracca e mettere i sigilli a questo blog ... vabbè che io ci metto anche del mio ... tra un post e un altro faccio passare un eternità e non solo qualche giorno o settimana ... :)

per la lezione dei pink floyd sono prontissima e questa volta se mi spengono le luci proprio mentre la copertina del disco arriva nelle mie mani, nessun problema ... la conosco a memoria: solo un enorme muro di mattoni bianchi! :)

te l'hai comprate le candeline?

10:51 AM

 
Blogger Mario said...

Ciao Beatrice (non ci conosciamo, ma saprai che il mio ingresso in questo tuo spazio non avviene del tutto clandestinamente),
l’idea di un ringraziamento a quelli che non si amano è originale e suggestiva. Bellissima, poi, è la poesia della Szymborska.
Però, parole come “…sollievo con cui accetto / che siano più vicini a un altro”, “gioia di non essere”, “pace” sembrano evocarne un’altra, non detta, che è “rinuncia”.
Per cercare di spiegarmi meglio, faccio anch’io qualche citazione. Scrive Pier Paolo Pasolini: “… Spande una mortale / pace, disamorata come i nostri destini, / tra le vecchie muraglie l’autunnale / maggio…”. La “pace”, dunque, diventa “mortale” perché “disamorata”.
E non solo. Al pacifico disamore si contrappone “il calore degli istinti”, “l’estetica passione”, l’attrazione per una “vita” intrisa di un’ “allegria” che diventa “religione” e “forza originaria dell’uomo”.
E non solo, perché “Solo l’amare, solo il conoscere, / conta,…”.
Tu la fai facile - mi dirai - perché la passione non sempre è allegria, positività, scoperta; anzi! Lo so, però anche veder passare il proprio tempo “quasi come una meridiana” può diventare malinconia, noia, senso di vuoto.
Vabbè, non voglio farla troppo lunga. Aggiungo soltanto che “lirico” non è necessariamente sinonimo di “retorico” né di falso.
Poi (e la faccio proprio finita) approfitto per confessarti che sbircio nel tuo blog già da qualche giorno, perché mi piace.
A presto.
Mario

12:12 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Proprio bella questa poesia!
Mi piace perché il punto di vista è due volte inconsueto... non parla di "amore" ma di "non amore", non lo interpreta in chiave negativa ma positiva. E' bella perché pur parlando del "non amore" , per contrapposizione, si capisce come lei viva l'amore... come uno spazio in cui manca la serenità. Mi piace anche l'idea di aver voluto concretizzare questo sentimento che si trova a metà strada tra l'amore e l'amicizia, avergli voluto dare un nome, una ragion d'essere e una sua dignità.
Mi piacciono tante immagini e tante parole... il "sollievo" di una terza persona... la "pace" e la "libertà" in loro presenza... il "capire" e il "perdonare" che l'amore non concepisce forse perché l'amore vuole di più, non ammette errori, non consente inciampi... la realtà vissuta per quello che è senza distrazioni che la stravolgano (i "concerti ascoltati" e i "paesaggi nitidi"), la stessa realtà che ti regala un "orizzonte vero, perché mobile"
E per finire trovo bellissimo questo verso: "Loro stessi non sanno quanto portano nelle mani vuote"...

12:45 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Non sono molto daccordo con Mario sulla sottintesa parola "rinuncia".
Io nel "non amore" leggo piuttosto un sentimento complementare all'amore, quello che ti fa percepire la "terza dimensione"... Non una rinuncia alla passione e agli istinti... ma un insieme di altri sentimenti che l'amore (o un certo tipo di amore) non ti può dare...

Detto questo sono solo parzialmente daccordo con l'autrice... Credo che nel 99,99999999999% dei casi la serenità di un rapporto non sia compatibile con un amore passionale e vivo... ma perché non sperare in quello 0,00000000001%?

1:54 PM

 
Blogger Beatrice said...

E come al solito, proprio quando la discussione si fa più interessante ... io devo partire!!! :(
Vorrà dire che rifletterò sulle parole appena lette (compresa la pace mortale e disamorata) sul treno e durante il week end!

Ma finalmente ho trovato qualcosa che piace leggere anche a mia sorella!!! Non ci credo ... stiamo già a due (dopo il libro).

"Grazie Mario" - detto con la voce di Varesina in "Non ci resta che piangere" - per il gradito ingresso e per il fumo che ora esce dalla mia testa... :)

... e concludo cogliendo l'occasione per sottolineare che i clandestini, qui, sono sempre ben accetti!

1:55 PM

 
Anonymous Anonimo said...

le candeline eviterei...così posso mentire sulla mia età ancora x qualche anno...però ci sarà una sorpresa: i pink floyd in persona mi suoneranno Happy Birthday psichedelico durante la lezione.... ;-)

baci

3:46 PM

 
Blogger Mario said...

Sì Elettra, hai ragione.
Il riferimento alla “rinuncia” l’avevo fatto perché mi sembrava che la poesia ponesse un’alternativa senza scampo tra “l’amare” e il “non amare”. Fortunatamente non è così: i sentimenti possono essere di diversi “tipi” e conoscere diverse sfumature (o dimensioni).
Sull’altro aspetto sarei più ottimista con le percentuali: anche la passione può rendere più sereni e più forti. Capita che succeda il contrario, certo, ma questo secondo me non deve indurre a pensare che una vita serena sia soltanto quella depurata dalle passioni (“disamorata” cioè).
Buon viaggio Beatrice! E grazie per l’esemplare accoglienza dei clandestini!

3:51 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Ma se ci impelaghiamo nelle sfumature rischiamo di parlare a vuoto...
L'ideale sarebbe trovare un uomo da "amare" e uno da "non amare" per coprire tutto il ventaglio di sentimenti.

Comunque credevo che le mie percentuali fossero già molto ottimiste!

Ricordando la tua carta d'identità (o era la patente?) direi che l'appellativo di "clandestino" ti si addice parecchio! :)

6:33 PM

 
Blogger Unknown said...

Ebbene,

cominciamo lentamente.

c'è chi parte e riflette e chi rimane e scrive.

ringraziare fa sempre bene, soprattutto però quando non te lo aspetti.

la suggestione, che ne deriva, infatti, solo in questi casi è soffice. in tutti gli altri rimane al più una perifrasi, un oggetto di produzione retorica.

Bisogna, dunque, non dimenticarsi di farlo sottovoce, perché altrimenti diviene forma, e di farlo individualmente, perché altrimenti diviene teatro.

E che siano solo finti i lettori clandestini, e carbonari i messaggi, perché, allora, l'incantesimo del paradosso si rileva e ci sarà spazio per meravigliarsi.

Gli usci lasciano passare correnti sorprendenti, al caldo.

9:16 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Bea, ti giuro, pensavo che Marco fosse un ragazzo normale! Di solito quando parla è comprensibile... Non so cosa gli sia successo?! :)

2:05 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Ok eccomi qua... "spontaneamente" a collaborare per arricchire il numero di questi profondissimi commenti...
Ho fatto il compitino: ho riletto per benino la poesia.
Per me la poesia fa un'inevitabile confronto tra le responsabilità che dobbiamo in un rapporto d'amore e la leggerezza primaverile delle amicizie.
Mi giudicherete utopistico ma io non condivido questa visione perchè non trovo che l'amore possa corrompere la serenità, la veridicità delle cose, la bellezza delle esperienze comuni, per il semplice fatto di essere un sentimento che "pretende". Ma anzi le esalta. Sappiamo tutti che l'amore non solo pretende ma da.
Ed è per quello che da (in più) che, rispondendo a Elettra, continuiamo sempre a cercare quel 0,00000001%.
Inoltre non mi piace l'espressione "quelli che non amo" perchè se proprio dobbiamo andare ad approfondire, io amo anche i miei amici (è forse il sesso che fa la differenza)... E su questo vi propongo il quesito: perchè in anglosassone non c'è differenza linguistica tra il "ti voglio bene" da dire ad un amico e il "ti amo" da dire alla tua ragazza (I love you)??? Siamo forse così più passionali di loro da inventarci termini che descrivano meglio i nostri sentimenti (se andate a leggere un vocabolario di inglese scoprirete che ha 3/4 volte il numero dei termini che esistono in italiano...)?
Chiudo dicendo che non sento l'esigenza di ringraziare le persone che non amo perchè quelle che mi fanno divertire nei viaggi, che rendono nitidi i miei paesaggi, che mi fanno vivere in tre dimensioni e rendono vero il mio orizzonte, sono tutte le persone al mio fianco e quella che adoro che mi sta di fronte.
Ciao ciao

10:31 AM

 
Anonymous Anonimo said...

BEAAAAAAAA, scrivere sul tuo Blog è diventato veramente difficile....Troppi commenti intelligenti per il mio povero e unico neurone:-))....xò un commento confuso e terra terra come solo io posso essere te lo voglio lasciare…..in quale dimensione esiste il non amore? E cosa portano nelle loro mani vuote le persone che non ami? Credo sia vero che l’amore (nel senso più ampio del termine…amore verso la propria morosa o moroso, verso la propria famiglia, verso i propri amici, verso il mondo per come chiunque di noi possa intenderlo) ci rende più vulnerabili, ci spinge verso l’ansia…l’ansia di essere traditi, di essere abbandonati in mezzo al guado, ci costringe a scendere in profondità dove magari non tutto quello che conosciamo dell’altro e per riflesso di noi stessi l’avremmo voluto vedere….ci rende esseri umani. Però chi è stato fortunato, ed io lo sono stato nella mia vita, sa che malgrado tutto il dolore che può portare dietro di sè, l’amore accende e rende speciale tutto quello che hai intorno….rende reale ma soprattutto mi regala un orizzonte…mandare avanti il cuore è pericoloso e toglie la serenità però che bello quando viene riscaldato da quell’unico raggio di sole….scusate l’abbassamento del livello della discussione e la smielata ma sono un povero idealista…cerco ancora la felicità e me ne sbatto della serenità…:-P ciao a tutti

3:28 PM

 
Blogger Beatrice said...

Non ho avuto modo di riflettere più di tanto durante il viaggio (sarà che sul treno capito sempre vicino a qualcuno che distoglie o impigrisce i miei pensieri!) ma passare un week end in simpatica e “smoderata” compagnia di quelli che non amo sento che ha portato stati d’animo che lasciano qualcosa di più di una semplice riflessione solitaria.

Detto ciò, non credo ci possa essere serenità o pace dentro una passione. Non ci vedo neanche quella ottimistica minima percentuale di possibilità (a quanti zeri dopo la virgola eravamo arrivati?) ... a dirla tutta, sono proprio due parole che insieme non stanno in piedi, che stonano completamente e quasi si contraddicono. La passione è qualcosa che da quando nasce a quando muore è sempre più forte di noi. La subiamo. E non ci sarà mai libertà alcuna visto che, nel bene o nel male, non potremo mai sfuggirle. E in tutto questo, onestamente, non ci vedo nulla di sereno.
Quel che è certo è che una vita vissuta senza passioni non sarà mai una vita felice e quindi, laddove non c’è scelta alcuna, come in amore, si rinuncia volentieri alla serenità ...

Per togliere una curiosità a qualcuno... quel che ho capito è che “ringraziare” in maniera plateale può far perdere il valore stesso di certe parole, renderle astratte e vanificarne il senso ... insomma alcune parole è meglio dirle “sempre SOTTOVOCE, un modo per capire, per capirsi e forse anche per capirci ...” :) ...
Più ardua mi è risultata (devo ammetterlo) la comprensione dell’”incantesimo del paradosso”, ma ci sto lavorando...

La cosa più divertente di tutti questi messaggi è che poi, alla fine, ognuno legge nelle stesse identiche parole, sempre ciò in cui crede. Sarà che una poesia, come tutte le esperienze di una vita, sono dei semplici setacci: quello che passa e quello che viene trattenuto dipende molto da ciò che ci versiamo.
Volevo comunque far notare che quando parla un premio Nobel (...e non la mia amica polacca!) i commenti si sprecano! :) ci sarà un motivo?

È vero che gli usci lasciano passare correnti sorprendenti ma poi, alla fine, sono quegli stessi spifferi a spalancare le finestre...

4:16 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Rispondo al "muto spontaneo"...
1) Lo vieni a dire proprio a me?!!? Io sono anni che cerco lo 0,00000001%! Ma sono proprio tutti questi zeri a dar credito alla poesia...
2) il fatto che l'amore che provi verso la tua compagna si distingua da quello che provi per un amico solo per l'argomento "sesso" mi fa pensare... per me non è assolutamente così. L'amore per un amico, un genitore, un figlio, un fratello o una sorella sono sempre amori ma amori strutturalmente diversi... neanche paragonabili tra di loro o con l'amore di coppia... Sono proprio altro! E l'amore o "non amore" di cui si parla nella poesia è (si sottintende) quello di coppia, quindi non divagherei mettendo nel calderone tutti i tipi di amore
3) Non credo che l'inglese confonda o identifichi il "ti voglio bene" col "ti amo" e non credo confonda i diversi tipi di amore... Credo piuttosto che "I love you" assuma diversi significati a seconda del contesto in cui lo si usa

Rispondo a Bea...
1) Te credi che non possa esserci serenità nella passione... Io credo invece che sia possibile ma con la riserva di quell'infinita sequenza di zeri prima dell'uno. Forse il punto di vista diverso è figlio del modo in cui concepiamo la passione. Io credo, semplificando, che esistano due tipi di passione: quella più frequente che nasce da uno scontro (di caratteri, di gusti, di sguardi sul mondo e di tante altre cose meno tangibili) e una più rara che nasce da un incontro (una condivisione assoluta)... Nella prima non può esserci serenità perché sarebbe un controsenso ma in quella seconda più rara passione la serenità può ritagliarsi uno spazio importante.
2) Non credo che ognuno possa leggere quello che vuole in questa poesia... Infatti quello su cui ci stiamo amorevolmente scannando non è il modo di interpretarla ma il fatto di condividere o meno il pensiero dell'autrice... sono cose ben diverse.
3) Lo sforzo di interpretare il Marco-pensiero è veramente ammirevole ma anche il Marco-persona potrebbe fare uno sforzo per risultare un po' più comprensibile... vero Kermit?! :)

6:26 PM

 
Blogger Mario said...

Ci riprovo dopo le partenze, le riflessioni, le scritture, gli spifferi sorprendenti, le finestre spalancate, le parole sottovoce, i colpi di teatro e le parole astratte e prive (o pregne) di senso.

L’Inglese è una lingua biforcuta, che scherza col contesto per confondere. “Ti amo” significa solo quello; poi ognuno ci gioca come vuole, ma questa è tutta un’altra storia.

Per me certe volte le passioni rasserenano. Qualcuno dice che è impossibile? Può darsi, ma non voglio essere d’accordo. E’ raro magari, questo sì (anche se non so dire quanto in percentuale).

Forse a far sprecare i commenti non è tanto il premio Nobel quanto la poesia, che usa le parole più per evocare che per dire. Allora, colpiti nelle emozioni, parecchi di noi reagiscono.

6:10 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Elettra!!! Me so sbagliato!
O meglio, mi sono dimenticato un punto interrogativo. La mia era proprio un'affermazione ironica ("è forse il sesso che fa la differenza?"), proprio ad intendere che condivido un approccio più portato ad intendere come "amore" un concetto puro, valido sia nel caso dell'amicia che di un rapporto tra sessi opposti (che, forse, non è l'espressione più indicata in questo periodo di cadute di tabù... vabbè m'avete capito!).
Comunque Bea!!! Quand'è che scrivi qualcos'altro che ci stiamo arenando sui concetti semi-espressi de sta tipa-presunta-premio-nobel-ma-chi-glielo-ha-dato?
Torno a casa va!
Ma non prima di avervi detto: vi amo tutti! E non-amo nessuno (doppia negazione all'inglese!!!). Ihihih!!!

9:46 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Mi associo all'appello di "ma che ho detto col punto interrogativo"... Beatrì, scrivi qualcos'altro altrimenti ci incartiamo!

Se non ti viene in mente nulla prova a citare qualche altro premio nobel...

9:46 AM

 

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